Recensione 014: di Mr Renton
Gruppo formatosi a Pisa nel lontano 1994, quando il grunge era stato sposa di gruppi come Alice In Chains Pearl Jam e nostra signoria dell’oscuro scrutare dio nome ehm ehm Nirvana, cominciano a fare visita nei locali nazionali , portando alle sedie zuppe del vomito dei pagani , alle bariste vogliose di nuovi blocchetti dove appuntare lo stipendio di gente comunemente normale, e grunge sporco ma, da musicisti provati, uno sporco di un fango fatto a costume, ovvero, l’interno consapevole di essere capaci a suonare e allo stesso identico modo suonarlo come ci sente dentro, una dolce contraddizione delle persone che apposto dei globuli rossi vivono e respirano molecole spartitiane.
Alessandro Campenni (chitarra)
Alessio S(k)catena (batteria)
L’album in uscita, prodotto dalla Domino dal nome “thank you for the passion” si spezza in dodici tracce, portandoci in un vuoto dove il dirsi amore o il dirsi ti odio resta tutto con lo stesso suono, affermando che due sentimenti opposti possono vivere insieme anche se gridati o parlati .
In “new life “, prima traccia come nella sesta, “consentive”, un albero dell’impiccato ci si presenta come il migliore dei quiz, scatenando nell’immaginario sinaptico, una partita a colpi di parole nel nome degli Alice in chains, o almeno sembra che il venerdi prima abbiano bevuto con loro e finito la serata a suonare sotto la torre pendente .

“Suicide me “ e “ I'm in pain “, spono inni alla gioia, ma non si parla di vivaldi, o di verdi, o di garibaldi , o di chi abbia scritto questa cosa, ma si parla di Seattle, di marciapiedi che anche durante il giorno e illuminati dal sole restano grigi, di piedi nudi su palchi italiani, e dio colpi di fucile da suicidio e dolore che placano il vivere quotidiano, se avete capito, auto autografatevi incestiside, per chi non ha capito sentiteveli ogni tanto i nirvana, cxxxx.
Nelle tracce ”I’ve dream with you” e “ Without gravity”, Eddie Vedder è sotto casa di vostra moglie , canta per lei canta per lui, canta per tutto e per niente fa ballare le macchine parcheggiate in abiti da festa di matrimonio e tenere caviglie spezzate dai suoni degli strumenti.
Per ultime ma non per ordine cronologico, ma soltanto per etichettatura troviamo: ”W”, “Seven heaven”, “Internal defeat” e “ She want your life”, tracce in cui, i Seventh Day si cimentano con la normalità quotidana, con il prezzo del cd, con la litigata con il produttore e con i jack che fanno da tramite tra il fuck you e il prenditi quello che e' nostro, ma comunque siamo noi che ti paghiamo la casa , e te lo prendi come diciamo noi .
I "Seventh Day" sono la risposta finalmente che una Seattle italiana può esistere, con tutti i suoi casini, con tutte le sue litigate ed omicidi, con i suoi sorrisi e le sue pillole, con le sue birre e il suo silenzio, con i giovani che sono vecchi e con i vecchi che sono giovani ……e i bambini che fine hanno fatto??????? beH , se questo disco si ascoltasse da piccoli, ognuno di noi capirebbe cosa vuol dire realmente camminare, essere consapevoli della religione del dye young, essere consapevoli che l’amore esiste, e che i fiori li portini a Sanremo, noi vogliamo che le nostre donne ci uccidino poco alla volta, per riderne insieme e capire che il buongiorno non si vede dal mattino, si vede se hai lei in bocca, qualsiasi lei, perché sono le lei, le donne, le musiche, le incazzature, le depressioni e le coincidenze a portare avanti il mondo, e la coincidenza di aver scoperto questo gruppo te la devi anche andare a cercare, bye bye and thank you for the passion
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