giovedì 7 luglio 2011

CYBERNOVA - music for machines Ep

Recensione 018: di Mr Renton



Luca Marzano, aka Cybernova, nasce a Roma e inizia a mangiare musica sin da piccolo; mette del suo in questo misto di risvegli mattutini technopolis, formati da piastre, dove, la macchina del caffè, si suicida per starsene sempre surriscaldata e il cuocere è la sola sensazione di aprire qualche spartito insieme alla prima uova "scrumble".


Biblicalstar: qualcuno, quando torna a casa, non ha bisogno di vedere meteo sparsi per i canali per il giorno dopo, sa di rimbalzare da un canale ad un altro, trovando, nell’attimo in cui si salta, quella posizione di mezzo, dove forse una nuvola diventa un rooter e dove la connessione è soltanto un filo in più dove puoi farti compagnia. 

Automated: dopo di che, contento della propria camminata tra i fili, si deve avere il coraggio di passare la serata dentro i propri balconi, lasciare quello che si ha per farlo notare alla propria razza aliena preferita, ad ognuno la sua piccola galassia, bere con lei in automatico e mostrarsi insieme come il migliore dei mondi.

Discotrash: attenzione, attenzione, trasformate il negozio di parrucche all’angolo tra i rivenditori di hard disk e quello delle sigarette, in qualcosa da vedere, come se fosse un museo, a me, le prese per il culo degli anni ’80 fanno impazzire, l’unica cosa è portare il beat a comprare qualcosa prima, come succede in questa traccia, un qualcosa all’avanguardia per saperlo riconoscere dalle payette a forma di ragazze e Gesù dorati con le tute vestiti da maschietti. 

Terrylin-kingstonlogic: a dire la sincera verità, non so se questo è un remix, comunque anche se non o lo fosse, l’interruzione del sistema idrico e l’apertura della diga da parte dei propri soldati, con l’invasione della città sottostante, da a questi quattro minuti un regime e una monarchia giusta e sana per noi mostri affamati. 

Machine with a heart (love): per concludere, mi piace sempre dirlo, grazie ancora alle persone che sanno di essere delle vere macchine con un cuore, di riuscire ancora a distinguere la vita dall’essere costruiti l’una per l’altro, in modo tale da smontarsi ogni tanto e andare in giro con il suo braccio, con il suo piede, con il suo cuore e tutto grazie a quella pellaccia dura d’acciaio tinta color carne e a quella parola che popola il deserto ogni qual volta le piume per volare non ci sono li affianco a te, love!

Se ancora non avete capito di cosa sto parlando, non dovete, per nessuna ragione, pensare di imparare il mestiere da meccanico, leggere di città future o vedere un fil di fantascienza, io voglio permettermi di dire una cosa: alziamo un pochetto ‘sti palazzi da terra.


Per chiunque lo voglia conoscere meglio puo' farlo da qui.
Per chi vuole scaricare la sua musica legalmente puo' farlo da qui.
 [N.R.]  Per essere precisi: chiunque puo' partecipare con tutti i progetti di Nartraradio Roma - come andiamo ripetendo da molto tempo - sia creando dei Podcast di musica Creative Commons, e/o recensire un artista, il tutto senza nessuna influenza o censura da parte della redazione. E' così anche per Mr Renton, collaboratore recensore di questa web-radio - che noi consideriamo uno di casa - che non sapendo nulla, ha scritto questa recensione su un'artista che è prodotto da una net-label [Ephedrina] che è legata ad uno dei fondatori di questa pazza radio. Tutto questo a scanso di equivoci.

mercoledì 8 giugno 2011

TRIGG – Beige


Recensione 017: di Mr Brontolo

Il suo nome è Bart Knole e viene dall’Olanda, conosciuto anche come Gritti ma in questo caso è semplicemente Trigg.
Qui abbandona i suoi consueti ritmi dubstep per ricercare squisite melodie, lente e ripetute, nelle quali sono studiate impercettibili e puntuali piccole variazioni sonore, generando così atmosfere senza tempo che farebbero invidia a Brian Eno.
Il genere si potrebbe sicuramente etichettare come un genere ambient ma non va sottovalutata l’influenza industriale che in alcune tracce si può apprezzare, mentre per quanto riguarda le atmosfere in prevalenza sono lofi con lievi accenti noir.
Il lavoro dura in totale 46 minuti e 46 secondi (anche in questo caso sarà forse casuale la ripetitività?) costituito da 9 tracce complessive:

CREST (Cresta) 5’26’’
La traccia che apre il lavoro inizia (e si conclude) con un loop di chitarra che utilizza solo poche note dove una tastiera accompagnata da un suono meccanico (simile a un treno) prelude l’ingresso di una batteria dove i piatti accompagnano l’ascoltatore in questo viaggio fatto di alti e bassi…

TRON 5’52’
Il titolo della seconda traccia prende il nome dall’omonimo film di fantascienza del 1982 Tron diretto da Steven Lisberger e prodotto dalla Disney.
Mi piace pensare che questo riferimento palesato dall’artista voglia essere una critica severa nei confronti di qualsiasi (non solo informatica) potente società, capace di rubare per poi spacciare come propri il lavori altrui… basterebbe solo questa mia supposizione per avere un’ ottimo motivo per ascoltare questa traccia, ma in realtà è il motivo minore perché solo ascoltandola ne troverete la giusta motivazione…

EMESIS (Vomito) 3’00’’
Qui la traccia, pur addolcita da specifiche sonorità, risulta avvicinarsi al genere noise che tenta d’inseguire una melodia che sembra irraggiungibile…

DARK FLOWER (Fiore Scuro) 5’35’’
Suoni e sensazioni che si miscelano per essere più o meno preponderanti per poi tornare ad accompagnarsi gli uni con gli altri, Avete presente il genere etnico, industriale e melodico messi insieme? Ebbene qui ne troviamo un chiaro esempio, bravo Bart perché queste sono le tracce che in un lavoro fanno la differenza…

PILLON 2’49’’
Cosa esattamente voglia dire pillon rimane un segreto dell’autore, quello che a noi c’è dato di sapere e di discutere è la qualità della traccia, che poi e il vero motivo per cui siamo qui… trovo che la sua semplicità renda la traccia molto comprensibile e fruibile forse per dare un po’ di respiro a chi per la prima volta si avvicina a questo genere nel quale poi può rimanervi incastrato… Aiuto tiratemi fuori…

YASMIN 5’33’’
Credevo fosse il nome della sua amata, e forse lo è, ma ho scoperto che è anche il nome della pillola del giorno dopo… visto in questa prospettiva la traccia assume tutto il suo atroce senso… questa a mio avviso è una delle migliori tracce di tutto il lavoro dove la musica senza la parola riesce comunque a parlare…

SEAHORSE (Cavalluccio Marino) 8’09’’
Questo farabutto di Bart ha messe in fila una dietro l’altra le sue tracce più belle… forse è il premio per i più pazienti e quindi per noi e non posso che condividerne la filosofia… coraggio, andate a prendervi il vostro premio…

TRANSIT (Transito) 6’19’’
Semplicemente efficace… semplicemente la svolta… semplicemente eccola… semplicemente commuovente… semplicemente gioiosa… semplicemente l’energia… semplicemente la forza… semplicemente fantastica… semplicemente la miglior traccia di tutto il lavoro… semplicemente TRANSIT…

SHELTER (Rifugio) 3’59’’
A volte si ha voglia di ricercare un nostro angolo o una dimensione che ci porti lontani dal mondo e dai nostri pensieri… vi consiglio di ricercare questo vostro momento con questa traccia…

Che altro dire se non ringraziare un artista di tale portata, perché senza il suo estro noi non esisteremo e senza la sua musica fruibile liberamente il mondo Creative Commons sarebbe deficitario di un altro talento, mentre la mia vita sarebbe povera di qualcosa che non sarei in grado di definire!


TRIGG – Beige

ANNO: 2011
AUTORE: Bart Knnole
ETICHETTA: Humanworkshop
DISTRIBUTORE: FMA
CONTATTO: Facebook



La copertina è rappresenta dal colore beige che ne sottende l’irrazionale lasciando piccole porzioni d’immagine di colore naturale da cui si deduce ineluttabilmente il razionale… questa garbata fusione è il biglietto da visita di TRIGG.


domenica 24 aprile 2011

ANCH'IO HO FATTO UN PODCAST

Se vuoi creare una trasmissione radiofonica e non hai mai avuto l'opportunità, noi di NartraradioRoma possiamo esaudire il tuo desiderio.
Se non sai come fare per reperire la musica da dover utilizzare PER IL TUO PRIMO LAVORO, noi ti consigliamo dei siti DOVE ATTINGERE LEGALMENTE.
Se vuoi creare un podcast e non hai mai saputo come fare, NartraradioRoma te lo spiega.
Per tanto chiunque abbia voglia di sperimentarsi come Wj segua le indicazioni e si ritroverà con un primo podcast pronto e pubblicato attraverso la nostra radio.
BUON LAVORO!!!!!!!! 
 
Breve storia
Per creare un podcast devi sapere che è un file (generalmente audio o video) in internet ed è messo a disposizione di chiunque si abboni ad una trasmissione periodica. È scaricabile automaticamente da un apposito programma, chiamato aggregatore, e si basa sui feed RSS. Nel dicembre 2005, il dizionario americano New Oxford ha dichiarato Podcasting «parola dell'anno», definendo il termine come «registrazione digitale di una trasmissione radiofonica o simili, resa disponibile su internet con lo scopo di permettere il download su riproduttori audio personali».
Esistono, ormai, diverse radio nel pianeta INTERNET, tutte con buone idee e con l'obbiettivo di lasciare un messaggio a chiunque le ascolti. NartraradioRoma ha una propria "mission", quella di promuovere artisti musicali che hanno utilizzato le licenze Creative Commons per tutelare le proprie opere. Pertanto, la prima cosa che devi fare se vuoi creare un podcast per la nostra web-radio, è quella di assicurarti che tutti gli artisti che utilizzerai utilizzino questa licenza.
DOVE REPERIRE LA MUSICA
La messa in onda dei nostri podcast prevede la diffusione di artisti che utilizzino alcune piattaforme su internet, alcuni siti, che permettono:
  • la pubblicazione delle opere per gli artisti,
  • la libera diffusione,
  • la possibilità di scaricare gratuitamente e legalmente.
Il sito più intuitivo e semplice nell'utilizzo è quello di Jamendo dove trovate migliaia di artisti da tutti i paesi del mondo.
Il più radicale è sicuramente DOGMAZIC forse è anche un po' più ostico nel utilizzo, ma resta sempre un ottimo sito.
Ottimi anche FMA (FreeMusicArchive) e MacIDOL
Hai l'imbarazzo della scelta, scarica gli artisti che ti piacciono, ora mettiti a lavoro.
QUALE PROGRAMMA UTILIZZARE
Quando hai deciso quali brani utilizzare per il tuo primo podcast ti serve il programma per essere un wj professionista, ne esistono diversi in giro, noi ti consigliamo un programma Opensorce ottimo nel risultato e facile nell'utilizzo si chiama Audacity e lo puoi scaricare da qui.
Una volta istallato potrai cominciare a costruire il tuo primo podcast, divertendoti ad utilizzare gli effetti sulla tua voce o tutto ciò che ti passa per la mente


Pochi consigli:
  1. ricordati sempre di citare la provenienza dell'opera;
  2. ricordati sempre di attribuire il brano all'artista;
  3. la trasmissione deve durare circa un'ora - non siamo poi così fiscali;
  4. ricordati di divertirti che sicuramente divertirai chi ti ascolta. 
Al termine del tuo lavoro esporta il file in mp3 (è sicuramente il file più leggero che puoi creare) ed inviacelo a questo indirizzo: nartraradio@live.it
Semplice NO!!! Ora potrai esprimere il tuo talento artistico nascosto e noi LO METTEREMO IN ONDA!!!!

mercoledì 6 aprile 2011

Mr . Marroccoli


Recensione 016: di Mr Renton

Carlo Marroccoli aka MR MARROCCOLI, ragazzo classe ’88 natio di Potenza, inizia a muovere i passi nella musica come un lento freddo, come se il polo nord stesse aspettando per effettuare la migliore delle glaciazioni, la musica elettronica è difficile da metabolizzare, appassionato come il sotto scritto, devi solo collocarla nel migliore movimento possibile quotidiano, facendo ovviamente attenzione, che qualche maledetto delle compagnie cybernautiche, non entri nel proprio sistema, antivirus? Programmazione? Campanelli? ma qual'è il problema, a me va bene anche il rumore meccanico del frullatore.

LLANFAIR: prima traccia presentata sulla schermata, è l’inizio tipico, diciamolo anche un po' “paraculo“, all’elettronica stessa, di durata ovviamente lunga, perché alla fine chi suona questa musica deve pensare pure a trasmettere la propria quotidiana, i movimenti “mattutini”, le sbroccate per la non fuoriuscita del caffè, il prendere l’autobus, il farsi faticosamente una doccia dopo che i bassi ti stanno addosso come i peggio paia di cheaps, il l’avere in testa sempre la donna che ami e sapere che, anche se non fa niente, ci sarà sempre il qualcosa che ti fa incazzare, sorry for this my little darlin, le risse mentali notturne, e tutto questo un rumore lo ha: boing, boing, boing.
MUSHROOM MODE: se si pensa di camminare in tubature come un file infetto pronto a rovinarti il cervello, sotto forma di hardware, per alla fine, darti, solamente il segnale di esserci, bhe, accendete il programma e preparatevi ad una lunga stesura infettiva, garze, betadine, cerotto, necrosi???.
BAKED BEANS: pronto?
Si?
Qui è Andy Warhol sotto forma di ologramma!
Ah, cavolo, non me lo aspettavo!
Bene, senta sa qualche cosa su l’arte moderna?
Penso proprio di si!
Ecco, cancelli tutto e si mangi un po di zuppa di fagioli, così tanto per ballare!
Va bene!
Ah! senta, vi ho già detto che sono Andy Warhol?.
CAVO COASSIALE: già dal nome, si capisce l’infatuazione per le prese e questa traccia - a mio personalissimo avviso - ti si lega attorno, senza spiegare se va bene stretta o larga o di rito recintuale, e mettiamole ogni tanto queste dita nella presa, al massimo qualche cellula dovrà fermarsi al primo bangla per una ceres.
GREEN WORKSHOP: prima che si arrivi a capire che il club è lontano (club?ahahahahah), che i soldi non ci sono, che i vestiti sono sporchi, il buio della stanza proietta la spia sul proprio corpo e pensi, mi stanno seguendo o devo seguire io gli agenti ? mour, torcia please.
YSOS: o voi che non capite un c@##x di elettronica potete impomatarvi e mettere la canotta, o voi che di elettronica ci capite, piccoli cowboys, lo sentite o no che queste è capace a suonare! coatti, studiatevi un attimino Square pusher, famiglia Case, il cd dei Kraftwerk è da rispolverare.
p.s.: Teknoverbano, altra traccia che si avvicina molto a questa, giusto un po’ più difficile da capire da quelli con le camicie a quadri e i finti rayban, cugini dei canottari. F.U.
JOHN TITOR MUST DIE: ma deve morire si o no John Titor? cronauta, inventore, cinefilo, maniaco di ritorno al futuro, ingegnere aerospaziale, cazzone o altro?altro che inno, ma volontaria trasformazione del time travel 00, a parole personali.

MR MARROCCOLI, a primo impatto può piacere come l’amaro che ti scende giù in gola quando le periferie di Roma sene stanno solo che aspettare, può darsi anche che dia malditesta, incazzatura o qualche cosa di non specificabile, a me sembra voglia di ballare, di vedere capelli biondi all’aria, amore, confessione e unica malata fantastica istruzione, bye bye stupidità. goodmorning love!

Genere: Elettronica / Minimalista / Techno

Contatto Facebook e/o Myspace 

venerdì 18 marzo 2011

RUNA RAIDO - Per ritrovare la quiete LP

Recensione 015: di Mr Gasperino


Cosa scrivere come premessa all'album che stiamo per descrivere? 
Quale aggettivo utilizzare per far intuire la bellezza di quest'opera? 
Va bene, oltre a elogiarli per l'album d'esordio come iniziare questa recensione?
Ci sono:  SPETTACOLARI!!!

Scrivo oggi dei Runa Raido, formazione romana che ha origine nel dicembre del 2006 e che nel 2011 presentano il loro primo Lp - PER RITROVARE LA QUIETE nove tracce che racchiudono tutto il lavoro del gruppo in questi anni. Un gruppo rock alternativo che esibisce un ottimo sound con la giusta capacità negli arrangiamenti, con le giuste melodie, con la giusta durezza che ben si unisce con chi suona musica Rock.
Già il primo brano ci pone di fronte ad un ottima esecuzione con un altrettanto ottimo testo [FAME]. Immediato già dal primo ascolto - che ci fa vivere un viaggio composto da note, parole ed emozioni. 
Per tutti quelli che vanno gridando che "la capacità di lanciare slogan all'interno di brani musicali non esiste più!" devono ricredersi all'ascolto della seconda traccia [ELETTROMANICHINI] dove emerge il tentativo della band d'unire diverse fotografie dando origine ad un unica grande immagine: la nostra società.
Ascoltandoli, si fa fatica (anche nel terzo brano) [UNO], a non seguire il ritmo e ci si ritrova, senza volerlo, a "ciondolare la testa a tempo". Il passaggio dal terzo al quarto brano risulta così naturale [SETA] come dei martelli, procedono senza nessuno ostacolo. Colpisce il testo, in un brano che può essere annoverato tra i migliori degli ultimi tempi. 
L'impressione che si ha nell'ascoltare questo album è di ascoltare un lavoro di una formazione veterana. La capacità che hanno i Runa Raido di trasformare un brano complesso [VIOLA VALZER] in una traccia di facile ascolto, è sconvolgente. Probabilmente l'utilizzo di frasi semplici in un contorno musicale complesso, aiuta nell'intento. 
Il sesto brano [NERO] è riflessivo e nel contempo intuitivo nell'espressione Rock che questa formazione ci regala,  attraverso concetti affatto banali. 
Continuando ad ascoltare traccia dopo traccia, senza annoiarsi - questo è il primo dato che deve essere sottolineato; la seconda considerazione è che in un periodo di crisi, sia economica che artistica, di fronte una band meritevole, confermato dalla traccia successiva [FESTINA LENTE], bisogna esaltare un buon lavoro come questo. Divoriamo brano dopo brano con irrefrenabile avidità [CAMBIO DI MODALITÀ] all'ascolto non si pu restare inermi, provate. [PROSPETTIVA NEVSKI] Anche se eseguito egreggiamente, sorgono una serie di domande: "Quale necessità vi è dietro all'incisione del brano cover di un maestro come Franco Battiato?", "Perché introdurre una cover e non un proprio brano?" Mi piace sia l'arrangiamento che come il pezzo suona, ma se proprio devo fare una critica è quella appena scritta.
  
        Runa Raido
   PER RITROVARE LA QUIETE LP
Marco Vallecoccia - chitarra, voce 
  Alessandro Vona - chitarra, cori 
       Letizia Gaetani - basso, cori
      Gianluigi Nocella -  batteria
               Febbraio 2011



lunedì 7 marzo 2011

SEVENTH DAY - Thank You For The Passion EP

Recensione 014: di Mr Renton

Gruppo formatosi  a Pisa nel lontano 1994, quando il grunge  era stato sposa di  gruppi come Alice In Chains Pearl Jam e nostra signoria dell’oscuro scrutare  dio nome ehm ehm  Nirvana,  cominciano a fare visita nei locali  nazionali  , portando  alle sedie zuppe  del vomito  dei pagani , alle bariste  vogliose  di nuovi blocchetti  dove appuntare lo stipendio di  gente comunemente normale, e grunge  sporco ma, da musicisti provati,  uno sporco di un fango fatto a costume, ovvero, l’interno consapevole di essere capaci a suonare e allo stesso identico modo  suonarlo come ci sente dentro, una dolce contraddizione delle persone che apposto dei globuli rossi  vivono e respirano molecole  spartitiane.
La formazione è composta da: 
Giacomo Bracaloni  (voce)
Sandro Langhigna (basso e chitarra )
Alessandro Campenni (chitarra)
Alessio S(k)catena (batteria)


L’album in uscita, prodotto dalla Domino dal nome “thank you for the passion” si spezza in dodici tracce, portandoci in un vuoto dove il dirsi amore o il dirsi ti odio resta tutto con lo stesso suono,  affermando che due sentimenti opposti possono vivere insieme anche se gridati o parlati .
In “new life “, prima traccia come nella sesta, “consentive”, un albero dell’impiccato ci si presenta come il migliore dei quiz, scatenando nell’immaginario sinaptico, una partita a colpi di parole nel nome degli Alice in chains, o almeno sembra che il venerdi prima abbiano bevuto con loro e finito la serata a suonare sotto la torre pendente .
Con “dry bread “ e “civilization”, si è organizzata una registrazione con i Pearl Jam  nella seconda, a camminare di notte con gli occhiali da sole in modo da proteggersi dai neon mattutini, mentre nella prima, la reincarnazione del mostrarsi anche solo con un asta da microfono, da, a tutte e due le traccie, un tono di bosco in cui gli alberi, trasformati in corde vocali, vibrano come il solo suono di voce possibile nell’atmosfera vegetale.
“Suicide me “ e “ I'm in pain “, spono inni alla gioia, ma non si parla di vivaldi, o di verdi, o di garibaldi ,  o di chi abbia scritto questa cosa, ma si parla di Seattle, di marciapiedi che anche durante il giorno e illuminati dal sole restano grigi, di piedi nudi su palchi italiani, e dio colpi di fucile da suicidio e dolore che placano il vivere quotidiano,  se avete capito, auto autografatevi incestiside, per chi non ha capito sentiteveli ogni tanto i nirvana, cxxxx.
Nelle tracce ”I’ve dream with you” e “ Without gravity”, Eddie Vedder  è sotto casa di vostra moglie , canta per lei  canta per lui, canta per tutto e per niente  fa ballare le macchine parcheggiate in abiti da festa di matrimonio e tenere caviglie spezzate dai suoni degli strumenti.
Per ultime ma non per ordine cronologico, ma soltanto per etichettatura troviamo: ”W”, “Seven heaven”, “Internal defeat” e “ She want your life”, tracce in cui, i Seventh Day si cimentano con la normalità quotidana, con il prezzo del cd, con la litigata con il produttore e con i jack che fanno da tramite tra il fuck you e il prenditi quello che e' nostro, ma comunque siamo noi che ti paghiamo la casa , e te lo prendi come diciamo noi .


I "Seventh Day sono la risposta finalmente che una Seattle italiana può esistere, con tutti i suoi casini, con tutte le sue litigate ed omicidi, con i suoi sorrisi e le sue pillole, con le sue birre e il suo silenzio, con i giovani che sono vecchi e con i vecchi che sono giovani ……e i bambini che fine hanno fatto??????? beH , se questo disco si ascoltasse da piccoli, ognuno di noi capirebbe cosa vuol dire realmente camminare, essere consapevoli della religione del dye young, essere consapevoli che l’amore esiste, e che i fiori li portini a Sanremo, noi vogliamo che le nostre donne ci uccidino poco alla volta, per riderne insieme e capire che il buongiorno non si vede dal mattino, si vede se hai lei in bocca, qualsiasi lei, perché sono le lei, le donne, le musiche, le incazzature, le depressioni  e le coincidenze a portare avanti il mondo, e la coincidenza di aver scoperto questo gruppo te la devi anche andare a cercare, bye bye and thank you for the passion

domenica 12 dicembre 2010

REIN - E' FINITA Ep


Recensione 013: di Mr Gasperino

“E’ FINITA” E’ il titolo dell’ultimo loro lavoro discografico ed esce pubblicato su Jamendo  il 15 ottobre di quest’anno. Vi domanderete, a buon veduta, del perché abbiamo atteso tanto per recensire questo nuovo lavoro dei REIN. Il motivo và ricercato nei dati, infatti per raccontarvi di questa formazione abbiamo voluto attendere due mesi dalla loro fatica discografica per regalarvi qualche numero. Iniziamo con il dire che è il loro terzo album, anche questo come i precedenti pubblicato sotto licenza Creative Commons, indica l’importanza di certe “piattaforme” e la bontà degl’artisti che ne fanno utilizzo.
E’ giunto il momento di dare i numeri, che senza ombra di dubbio, chiariscono, senza influenzare l’opinione del lettore. In circa due mesi è stato ascoltato circa 19.200 volte ed è stato scaricato circa da 2.000 persone, giudicate un po’ voi. Di fronte alle grandi case discografiche, che si ostinano a lanciare sempre gli stessi artisti, o se ne propongono qualcuno di nuovo non nient’altro che un nuovo prodotto di laboratorio (che viene lanciato solo per arricchire le casse delle case discografiche) l’unica reale risposta è quella di progetti alternativi. La libertà che lascia queste piattaforme permettono ad ogni artista di cimentarsi con la critica più ardua da superare: la critica diretta del pubblico che li giudica o li promuove o li affonda;  dando così a tutti la possibilità di farsi conoscere.
Tornando alla recensione dell’ultimo album dei REIN inizierei con il dire che:  ascoltando quest’album è come se ci trovassimo di fronte ad un pittore che dipinge una tela dei tempi in cui vive. È come trovarsi dinanzi ad un fotografo che un click racchiude, su un pezzo di carta, un istante che non sarà mai più. Ci troviamo dinanzi ad una band che fa della canzone d’autore forma d’espressione musicale. Tutto questo sono i REIN. Ci troviamo di fronte ad un gran lavoro con ottimi arrangiamenti ed interpretazione. Questa loro terza fatica racchiude tutto quello scritto fin’ora e non solo, con questo Ep la band romana, si migliora e conferma tutto quello di buono che avevamo ascoltato nei loro precedenti lavori.
Ascoltando quest’opera, già dalla prima traccia (che presta il proprio titolo a tutto l’album), si ha l’impressione di trovarsi di fronte a qualcuno che racconta - con schiettezza il proprio tempo in cui vive. Raccogliendo tutti gli aspetti di questa società. In “È  FINITA” troviamo un legame con tutte le altre tracce di questo lavoro, una catena che unisce tutti i brani in un percorso; è la stessa catena, che si lega con i lavori precedenti. In questo album la band si consacra come realtà del nostro palcoscenico musicale, pronta per il grande pubblico: MATURITA’...
Andando avanti nell’ascolto ci imbattiamo nelle note di: “LA NOTTE E LA BENZINA” brano di rabbia e protesta, protesta di tempi non troppo lontani, protesta che sembra appartenere solo agli artisti…. LA NOTTE LA POLIZIA… LA NOTTE A CASA MIA…
Spesso ci è stato consigliato di osservare le “cose” da un altro punto di vista, ed è cosi che da “SUL TETTO” il punto di osservazione cambia completamente rendendo le cose osservate diverse. Questo brano rappresenta l’ingegno artistico di questa formazione. Fantastica interpretazione di questa band, che con un approccio semplice – alla portata di tutte le “orecchie” – descrive la realtà di una città vista dall’alto. CAPOLAVORO….
Ispirarsi ad una preghiera come l’”AVE Maria” per catturare l’attenzione, ancora una volta, sulla nostra società, sui nostri tempi moderni che sono all’insegna del consumismo; una storia da non scrivere. Consolati dalla Vergine chiediamo indietro cio’ che è nostro, riprenditi il tuo Pane quotidiano fatto di mediocrità. GENIALI….
Di fronte a tanta banalità e superficialità di quest’epoca, che non aiuta affatto progetti musicali, la risposta – i REIN – la danno nei brani “MEGALOPOLIS”, “L’ERA DEI PESCI” e “STRADE DESERTE”. Tre brani che descrivono lotte, sofferenza e ricerca della libertà. Tre ottimi brani da assaporare.
I REIN, ancora una volta, fotografano situazione dei nostri tempi e li raccontano attraverso i loro brani, ma il sentimento ad emergere questa volta è la RABBIA.  Anche questa volta la formazione non risulta affatto banale, anzi, ciò che emerge in ogni loro interpretazione è un elemento, un movimento, un idea originale come una pennellata unica su una tela, senza eccezione anche in “OLTRE LE LINEE NEMICHE”. IRRIPETIBILE…..
Nel brano che ci prestiamo ad ascoltare, chiedo di soffermarsi su due aspetti, il primo è l’arrangiamento musicale: allegro e spensierato, il secondo è il testo: importante e di spessore, questo è “HIROSHYMA TAKE AWAT”.  Da non perdere….
La traccia che chiude questo lavoro è illuminante, perché ci fa render conto che, se quest’album è stato ascoltato dall’inizio alla fine, tutti i brani sono collegati l’uno all’altro. Ci raccontano una storia, un percorso lungo fatto di lotta, di speranza e di osservazione come in “L’ERBA AI LATI DELLA STRADA”. Ciò che emergere è che ci troviamo dinanzi a chi non si sofferma all’apparenze. FATICOSO….
Posso tranquillamente affermare che questa formazione ha una struttura musicale ormai rodata ed consolidata, posso altrettanto confermare che di cose da raccontare ne hanno realmente tante. Provocatori ed ironici i REIN confermano, con questo lavoro, la bontà del progetto. Sono la dimostrazione che si può fare musica, BUONA musica, utilizzando licenze lontane da quelle tradizionali, la strada intrapresa può sembrare più ardua, ma sicuramente è più libera ed indipendente.
A te che stai leggendo resta solo una cosa da fare: scaricarli, aprirsi una buona bottiglia di vino e passare circa un’ora con della buona musica.

venerdì 3 dicembre 2010

LOSK & CORAX - Ep Rumble on


Recensione 012: di Mr Kempo

Mi verrebbe da dire che Losk & Corax sono 2 pischelli di Roma……ma li renderei coatti e denigrerei il loro lavoro…..quindi Losk & Corax sono due ragazzi poco più che ventenni che per esprimere le loro sensazioni il disagio sociale che ci circonda hanno cominciato a comunicare tramite il RAP. Si proprio il rap che secondo e oggi rappresenta il modo piu’ semplice e diretto per denunciare il malessere culturale e civile dei nostri tempi.
Il loro 1° lavoro s’intitola “Ramble on” uscito nel 2009 composto da 16 tracks con rime geniali e caratterizzate da basi musicali di ottima fattura, create per l’occasione da Brasca Prod.

  • Antibiotico: La prima traccia e’ subito molto coinvolgente ritmo alto che attira l’attenzione e rende chiara l’idea che i ragazzi non giocano. Ovviamente l’antibiotico è la musica, unica medicina che li cura dallo stress della vita quotidiana lasciandoli liberi di esprimersi.
  • Ogni giorno: [in troppi hanno sorrisi spenti e stretto i denti mentre all’ospedale vedo bei sorrisi tra morenti ………. ogni giorno io vivrò come se fosse l’ultimo ……] Bella traccia di speranza e fomento per non abbattersi mai ma lottare sempre fino alla fine.
  • Cronaca Nera: Questa è una bellissima traccia di denuncia verso il male della società di oggi, dove , nessuno si fa’ scrupoli per di prevalere sull’altro. Le basi aiutano ad interpretare l’animo di questi ragazzi che rappresentano “CHI” nelle piazze e nelle strade non ci sta' più ad abbassare la testa. BRAVI!!!!!!
  • Notte: [C’è ancora un’altra notte per noi] ….qualcosa di magico… un viaggio all’interno della nostra coscienza, che solitamente, finisce con la mattina portatrice di una nuova possibilita’….di nuova linfa, per un altro giorno, per un nuovo passo.
  • Sangue freddo: Ci vuole sangue freddo per scappare dalle Pantere in questa savana dove tutto ha un costo e ci rimette solo chi non ha prezzo.
  • Noi o loro: Secondo me è la traccia più bella. Noi siamo qua per passione non siamo come loro che fanno tutto per costruire castelli di sabbia destinati a crollare alla prima difficoltà. E’ la passione che ci spinge ad imboccare una strada e a seguirla arricchendoci km dopo km.

Questa è una breve recensione sul primo gruppo che mi ha veramente stupito con il loro hip hop mai banale, impegnato ma anche brillante. Ascoltate Ramble on anche se non siete appassionati di hip hop perché è molto orecchiabile e continuate a seguire questi due rapper che ora si sono uniti a Debbit e hanno creato Unfamily e il loro ultimo album Unfamilyxtape.
CI STUPIRANNO!!!!!!!!


Album: Ramble on
Anno: 2009

venerdì 5 novembre 2010

SCOMPIGLIO - I tempi passano EP

Recensione 011: di Mr Gasperino

Quello che vi invito a fare è un viaggio con quattro artisti romani: Ivan Gobbo il cantante, Patrizio Porri il chitarrista, Enrico Alonzo il batterista e Paolo Perilli il bassista. Il loro nome ci impatta immediatamente con l'idea che questi artisti hanno della musica: SCOMPIGLIO.
Ci troviamo di fronte ad una formazione che si diverte a creare ritmi incalzanti con testi stimolanti.
Il loro Ep lanciato su Jamendo un anno fa è ricco sia di brani che di idee, non stanca affatto durante l'ascolto se la musica che unisce più generi musicali come il rock, il punk, il pop e la canzone d'autore è ciò che cercate. I TEMPI PASSANO è il titolo dell'opera che ci accingiamo a conoscere composta da 14 brani.
La prima traccia - TRA ME E ME - inizia con un riff di chitarra, che non è nient'altro che il preludio di tutta l'opera che ci stiamo accingendo a sentire sempre più nostra. Ottimo l'arrangiamento, la dimostrazione è nel fatto che nessun elemento sembri dominare l'altro, un unica coralità per un unico impatto musicale. Altra caratteristica è il tema portante del brano risulta buono già dal primo ascolto. [Prendo solo quello che mi scuote! Yeah! Veramente! Veramente! Eh! Dico a me … Che ora il passo è giusto e senza se Eh! Vedo che… Che il resto poi si muove intorno a me! Ooh! Scelgo solo...]
Nel secondo brano - STABILE RITORNO - il rock assume un aspetto più ruvido, anche se non si rinuncia alla ricerca di una melodia che resti impressa. Ottima voce che viene utilizzata come strumento dove viene confermato il concetto di un unica collettività musicale. [E si vive sottovetro forse un po’ Mentre il cielo acquista luce E tutto si riduce A fare i conti con il sesso forse un po’ Mentre tutto ci conduce Ad uno Stabile ritorno...].
Nel successivo pezzo rock – AMA DAVVERO – si tratta il delicato rapporto che si ha tra uomo e donna. Del futuro non c'è certezza sono le parole che colpiscono l'ascoltatore. L'invito nel donarsi completamente nel difficile rapporto sentimentale è lo slogan che i Scompiglio hanno voluto utilizzare [Ama davvero Sono un uomo e tu lo sai Un uomo forse perso dentro ai sogni suoi E guardami negli occhi e chiedi quello che vorrai Se è amore che cercavi amore avrai E del futuro no non c’è certezza E forse noi non ce l’avremo mai...].
La quarta traccia – CERTI GIORNI - ci presenta una ballata rock che fotografa la fine di un rapporto e i dubbi che lascia quest'evento [Dammi Ancora tre minuti Prendo Quello che resta e vado via Giorni Che sembrano infiniti Giorni Che non s’incontreranno mai Questo È quello che ora siamo noi Sesso Quello che cerchi ma non puoi Darmi Un’altra volta proprio no Danni Ne ha fatti troppi già il mio orgoglio Il mio orgoglio… Certi giorni lo chiamo amore Altri invece mi confonde il DOLORE Non riesco a capire qual'è la realtà e la finzione...].
Il quinto brano che da il titolo a tutta l'opera – I TEMPI PASSANO – è una riflessione sui nostri tempi, con la grinta di chi vive la musica come seconda pelle e le parole di denuncia che fanno parte della caratteristica del rock, si ha una buona fotografia del tempo che stiamo vivendo [I tempi passano I tempi passano in fretta sai Come l’acqua che scorre e non ritrovi mai I tempi passano in fretta sai Come quei treni pieni di pensieri in un attimo E vai! Lontano! Mentre i tuoi piedi sono fermi qui! Baciami, graffiami, leccami, sfasciami, uccidimi, violentami Spaccami la testa!...]
La sesta traccia - RADIO SCOMPIGLI - ci offre (ancora una volta) una serie di riflessioni su come siamo. Un pezzo che in qualche modo crea un certo SCOMPIGLIO [Sintonizza la tua mente su Radio Scompiglio E un’anima lasci e un’anima prendi C’è sempre qualcosa a cui pensare per abbandonarsi e farsi male Qualcosa da non svegliare, qualcosa da lasciare stare. Cellule, bottoni e cordoni ombelicali Sindromi freudiane e porte chiuse senza chiavi A ricordarci che dobbiamo senza dubbio stare… male! Molto male!...].
Si intitola - FLAVIAROSSI.COM - ed è la settima traccia che conferma la vena rock di questa formazione. Ci troviamo difronte ad un brano che colpisce per esecuzione e per la capacità di trattare con semplicità uno dei problemi che colpisce una buona parte della gioventù del nostro tempo [Cerco di stare seduto Neanche un minuto lontano da lei Salvo, la metto sul desktop Ci spengo il computer Io dormo con lei Tu Ovunque viva Tu Non importa la lingua le basi che hai Giro sempre in ricerca di altri tuoi file Cerco Flavia.com Flaviarossi.com Penso Flavia.com Vivo la vita reale Intanto sto male, io stacco con lei...].
Nell'ottava traccia - SOLO UN PO' DI TE - i Scompiglio ci propongono l'ennesima ballata rock, ennesima storia d'amore giovanile [Penso solo a come vuoi Che ogni volta ci parliamo Vedo solo come sei Ogni volta con ti amo Cerca di lasciarti andare Fosse solo per pensare Pensa di ascoltare il mare Cerca di lasciarti andare Cerca di provare a fare Fosse solo per pensare Pensa di ascoltare il mare Cerca di lasciarti andare Cerco solo come sei E ogni volta ci fermiamo...].
Il nono brano - L'ELEMENTO NATURALE - ci marca tutto quello scritto finora, sicuramente anche se  il testo può risultare semplicistico, emerge un pregio di questa formazione capitolina: raccontare situazioni in maniera semplice senza cadere nel banale è una caratteristica che pochi artisti hanno e in questo gli Scompiglio riescono molto bene [Meglio stare bene Meglio stare buoni Meglio stare tondi invece di… Graffiarsi lentamente, moralmente E poi trovarsi sempre qui. Meglio stare in piedi Meglio stare nudi Meglio stare sempre su di te Capire che sei stanca, umanamente onesta E che in fondo girano anche a te! Dimmi! Dimmi cos’è Questo elemento naturale Che mi lega a te...].
Con il decimo brano - GIROTONDO - con un messagio  politico affrontato ironicamente. Un brano contro chi vuole affondare l'arte e la cultura, mentre altri artisti avrebbero affrontato il brano con più rabbia, gli scompiglio risultano sicuramente gradevoli e più ascoltabili (del resto se si vuole far passare un messaggio qualsiasi forma d'espressione è accettata) [Sei tu che hai sempre qualche frase giusta Per farmi fare quello che non fai Sei tu che vendi l’aria a caro prezzo E se non compro uccidi ogni mia idea Sei tu tu tu tu tu tu tu tu Sei tu tu tu tu tu tu tu tu Sei tu Sei tu che non sai mai che cosa fare Se l’arte in parte scambi con follia Sei tu che scambi il miele con il fiele Urlando se poi non lo mando giù...].
L'undicesima traccia - ALLE 3 DEL MATTINO - è un ottimo, fantastico, eccellente brano. Sono tanti gli ascoltatori che potrebbero ritrovarsi in questa traccia. no spaccato di societa ottimamanete catturato e trasformato in musica. Chi lo ascolta può riscontrare tutta la fragilità dell'essere umano, che, durante la notte, si ritrova a riflettere sulla propria esistenza. Pronti a partire in qualsiasi momento per raggiungere chi si ama [Alle tre del mattino Vedo sguardi un po’ persi Alle tre del mattino in un bar C’è chi beve e saluta Chi sputa veleno in un bar Alle tre del mattino Dammi retta adesso Avrei bisogno soltanto di te Per continuare a parlare E farti capire soltanto che… Alle tre del mattino Dammi un attimo e ti dirò chi sei Se chiami un attimo verrò ovunque vuoi Dammi un attimo con te...].
Nella dodicesima traccia - IO BRADIPO - esplose tutta l'ironia che questa formazione romana ha tra le proprie caratteristiche. Ascoltare e giudicare [Mi sveglio e non c’è un cazzo nel frigo M’infilo le mutande La mia faccia si riflette nello specchio del bagno E Dio! Che alito pesante! Non riesco ancora a crederci che ti ho lasciata andare Eravamo sul mio letto mano nella mano Mi ricordo prima di svenire… Ed ora non ho più il coraggio dagli amici di farmi vedere Con che faccia gli racconto che era quasi fatta...]. 
L'ultimo brano -  IL TARLO - si tratta di una traccia LIVE dove gli SCOMPIGLIO raccolgono tutto quello scritto finora. Genio, ironia, slogan, semplicità sono tra le caratteristiche di questa formazione che promette divertimento A TUTTO VOLUME [Da quanto tempo sto fermo ad aspettare È troppo tempo e lo stomaco fa male Perché ho un tarlo fisso in testa, si un tarlo… Che mi spettina! E sono tante poi le storie Che mi affollano la mente Storie di donne e di misteri e di denaro e di dispetti Che non riesco più a gestire e che mi fanno vomitare Non riesco a dormire Stai lontano dai sogni miei Tu stai lontano...].

Album: I Tempi passano
Artista: Scompiglio
Anno: 2009