martedì 22 giugno 2010

BETTY HOLE FREAK - in a yellow mellow squeasy lemon swimmin EP

Recensione 007: di Mr Renton


La prima cosa da dire è questa: this is a one man band, ovvero una persona che fa tutto da solo e quando dico tutto da solo dico che è voce, chitarra, hi hat, batteria bassa e kazoo, e solo per questo è da apprezzare perchè vuol dire che la musica non è che c'è l'ha dentro è che sono i suoi arti. Il ragazzo, e non per fare il modesto, poteva essere soltanto di una città, Roma,  questo non è per screditare le altre città, il fatto è che se sei di Roma nasci già provato, o possiamo dire meglio, già consumato, perchè questa città purtroppo ti altera dall'infanzia e crescere con una cultura musicale come lo è il nostro one man solo è assai difficile, perchè è molto più facile crescere con le canzoni di Gigi D'Agostino che con i The Clash o i New York Dools, quindi, quando capita l'occassione diciamocelo, Roma è coatta ed essere un alternative beat fuckin rocker, è difficile “regà”.

L'album, autoprodotto si presenta inversione cartonata, aprendolo, si comincia a perdersi nel personale circo che ogni persona si crea, con i propri freak, le proprie perle e le bestie rare, benvenuti in a Betty Hole Freak. Come stavamo dicendo prima, in LILIN CHARLIE, prima traccia,si assiste al peggiore dei pazzi che annuncia l'arrivo del circo (dell'album) in una sperduta cittadina di chissà quale pianeta, urlando, sbraitando per poi perdersi e ritrovarsi contemporaneamente con PUSSY SMORKEL, a bere del tè modificato insieme a Jhonny Rotten. 
La guerra è ciò che può distruggere un essere umano, e ciò accade in DOG DOGGIE RUN, in cui il singolo veterano urla alla propria nazione le colpe del suo stato mentale e le botte che e il nostro uomo dà sulla batteria sono le visioni a cui ha assistito su campi minati e braccia per aria, da qui ci sposta in medicheria con WETTY NURSE, un improbabile infermiera vestita da Godzilla con il ciuffo alla Elvis. PADRE VINCENZO'S PUSHIN DEVOTION, bhe flesharsi che un devoto parocchiano esce di casa per spingere sotto forma di ostie e suoni di tamburo l'incolmabile via della redenzione è cosa buona e giusta, le tracce YELLOW MELLOW - AH AH AH AH AH! - SKIP GET GOT A MOSQUITO, hanno come punto comune la psichiatria, il prendersi un peyote su un prato di microfoni, pensare a lei che è scappata con Hendrix e cercarla in qualsiasi magazzino perchè anche se si è folli, ognuno ha bisogno della sua terapia.

Si arriva poi al punto di spiegare alla propia esistenza che si ha soltanto bisogno di picchiare, picchiare un tamburo, farsi picchiare o andarsene a fan$%£/, e questo è quello che succede con SQUEASY LEMON SWIMMIN, inno alla instigo-violenza , sulla stessa linea, ma come punto di riferimento la propia regina è GLAD IS THE PIGGY, in cui si richiede la personale regina, portarla al factory e lasciarsi sballare dalle note perchè ogni tanto le gomitate sul naso fanno bene.

Genere: Rock/ Afro-Beat/ Tropicale 
 
Album: Autoprodotto 

Per saperne di più: http://www.myspace.com/bellyholefreak
 
 

lunedì 7 giugno 2010

THE 2000

Recensione 006:  di Mr Renton

Justice??? bene!
B.Noize??? bene!
2Manydjs??? bene!
Bloody beetroots,Crookers, Daft punk??? C@§§ø  se va bene!
Questi due ragazzi di Roma, THE 2000, hanno degli ottimi punti di riferimento, se pensiamo alla dance di Justice, al casino di Noize, alla maestria jedica dei Daft punk e tutto il resto dell'irresistibile pacifico caos che l'elettronica può combinarti nelle enteriora, e soprattutto, cosa più importante, di come questi due i giornali e le riviste musicali del pianeta (no modest bear, Sweden, skipper chippers, Uk, etc., etc., etc., etc.) ne parlano senza essere usciti con un album ufficiale, e nel caso dell'underground non ci interessa se ne parlano bene o ne parlano male, ma l'importante è stare sulle labbra di tutti e dare al consumatore l'ipoacusia da ritmo.

"GIVE ME A FAT BEAT" Già il titolo della prima traccia che troviamo sul myspace, ci suggerisce figuratamente una mattonella spezzata consciamente all'interno del cervello, chiedendo sempre di più di alzare il volume e dare alla casse un potere inconsueto, quello di non lasciarti da solo a ballare con i tuoi mostricciatoli nell'armadio, e comunque, già che la cassa mi urla "Jesus Christ a (is) lies", cosa altro devo spiegare??? (recensione simile per la traccia "WOUWO", la differenza è che con questa traccia, oltre ad essere abbonato al gruppo amplifon, hai bisogno direttamente di attaccare il jack alla prima venula che ti si forma sulla fronte dopo aver ascoltato i primi 15-20 secondi di traccia).

"MONKEY AGGRESION"  C'è ne è voluto di tempo per capire che noi bigotti discendiamo dalle scimmie, e con questa traccia, anche la cronologia di Darwin ci appare in maniera elementare, dando un senso all'articolazione motoria e un collegamento animalesco con i nostri istinti e la fauna dove viviamo, tutto questo grazie all'inizio della stessa formata da bassi forestali e caotici o, addirittura ululanti, per poi sfociare nella crescita dalla scimmia all'homo sapiens, arrivando a beat metropolitani e cementistici, riportandoci subito dopo a quello che realtà siamo, animali in gabbie di cemento.

"SHOCK" Il lavoro di questa traccia, a mio avviso, è quello di descrivere nel migliore dei modi lo stato confusionale che ti può colpire nella più assoluta caotica calma che solo l'elettronica può darti, con lo speaker che ti dice di avviarti verso le uscite di sicurezza facendo respiri profondi, anche se a volte tocca dei picchi di ripetizione shocckesca troppo confusionale, ma in fin dei conti lo shock è questo, pura scordinazione che da chiarezza soltanto nel momento in cui il suono, tra il casino generale, si distingue e resta muto.

"OAWCHA" E' come se ci si ritrovasse a Tokyo e si vedesse per strada un furgoncino bianco della volswagen investire una scolaresca, arrivare il prima possibile a rubare un ipod da 2000 Gg, premere play e ritrovarsi in uno dei club più mastodontici d'Europa, uccidere gli adipociti, ed essere spostati di nuovo in Giappone di fronte al maestro Miyagi che dice: mettere dischi, togliere dischi!

Alla fine basta soltanto crederci, come fanno questi due ragazzi di Roma, si prende una macchina per campionare e formulare, un'ampolla di dischi e un solvente d'impegno, e si può tirare fuori quello che, per la nostra generazione, è il nostro militarismo, come lo era nel70 la politica per i nostri genitori, pensate che si muovono soltanto le braccia e si casca un pò sulla pista per l'alcol nell'arterie e gli affumicamenti delle polveri celestiali, è anche quello, ma principalmente noi marciamo e sbattiamo i piedi per terra, e quando sua maestà elettronica Elisabettiana esige il sull'attenti, noi proviamo a diventare musica e l'elettronica è ritmo senoatriale . YESYEHAYES............give me a fat beat


Genere: Elettronica

per informazioni: