giovedì 7 luglio 2011

CYBERNOVA - music for machines Ep

Recensione 018: di Mr Renton



Luca Marzano, aka Cybernova, nasce a Roma e inizia a mangiare musica sin da piccolo; mette del suo in questo misto di risvegli mattutini technopolis, formati da piastre, dove, la macchina del caffè, si suicida per starsene sempre surriscaldata e il cuocere è la sola sensazione di aprire qualche spartito insieme alla prima uova "scrumble".


Biblicalstar: qualcuno, quando torna a casa, non ha bisogno di vedere meteo sparsi per i canali per il giorno dopo, sa di rimbalzare da un canale ad un altro, trovando, nell’attimo in cui si salta, quella posizione di mezzo, dove forse una nuvola diventa un rooter e dove la connessione è soltanto un filo in più dove puoi farti compagnia. 

Automated: dopo di che, contento della propria camminata tra i fili, si deve avere il coraggio di passare la serata dentro i propri balconi, lasciare quello che si ha per farlo notare alla propria razza aliena preferita, ad ognuno la sua piccola galassia, bere con lei in automatico e mostrarsi insieme come il migliore dei mondi.

Discotrash: attenzione, attenzione, trasformate il negozio di parrucche all’angolo tra i rivenditori di hard disk e quello delle sigarette, in qualcosa da vedere, come se fosse un museo, a me, le prese per il culo degli anni ’80 fanno impazzire, l’unica cosa è portare il beat a comprare qualcosa prima, come succede in questa traccia, un qualcosa all’avanguardia per saperlo riconoscere dalle payette a forma di ragazze e Gesù dorati con le tute vestiti da maschietti. 

Terrylin-kingstonlogic: a dire la sincera verità, non so se questo è un remix, comunque anche se non o lo fosse, l’interruzione del sistema idrico e l’apertura della diga da parte dei propri soldati, con l’invasione della città sottostante, da a questi quattro minuti un regime e una monarchia giusta e sana per noi mostri affamati. 

Machine with a heart (love): per concludere, mi piace sempre dirlo, grazie ancora alle persone che sanno di essere delle vere macchine con un cuore, di riuscire ancora a distinguere la vita dall’essere costruiti l’una per l’altro, in modo tale da smontarsi ogni tanto e andare in giro con il suo braccio, con il suo piede, con il suo cuore e tutto grazie a quella pellaccia dura d’acciaio tinta color carne e a quella parola che popola il deserto ogni qual volta le piume per volare non ci sono li affianco a te, love!

Se ancora non avete capito di cosa sto parlando, non dovete, per nessuna ragione, pensare di imparare il mestiere da meccanico, leggere di città future o vedere un fil di fantascienza, io voglio permettermi di dire una cosa: alziamo un pochetto ‘sti palazzi da terra.


Per chiunque lo voglia conoscere meglio puo' farlo da qui.
Per chi vuole scaricare la sua musica legalmente puo' farlo da qui.
 [N.R.]  Per essere precisi: chiunque puo' partecipare con tutti i progetti di Nartraradio Roma - come andiamo ripetendo da molto tempo - sia creando dei Podcast di musica Creative Commons, e/o recensire un artista, il tutto senza nessuna influenza o censura da parte della redazione. E' così anche per Mr Renton, collaboratore recensore di questa web-radio - che noi consideriamo uno di casa - che non sapendo nulla, ha scritto questa recensione su un'artista che è prodotto da una net-label [Ephedrina] che è legata ad uno dei fondatori di questa pazza radio. Tutto questo a scanso di equivoci.

mercoledì 8 giugno 2011

TRIGG – Beige


Recensione 017: di Mr Brontolo

Il suo nome è Bart Knole e viene dall’Olanda, conosciuto anche come Gritti ma in questo caso è semplicemente Trigg.
Qui abbandona i suoi consueti ritmi dubstep per ricercare squisite melodie, lente e ripetute, nelle quali sono studiate impercettibili e puntuali piccole variazioni sonore, generando così atmosfere senza tempo che farebbero invidia a Brian Eno.
Il genere si potrebbe sicuramente etichettare come un genere ambient ma non va sottovalutata l’influenza industriale che in alcune tracce si può apprezzare, mentre per quanto riguarda le atmosfere in prevalenza sono lofi con lievi accenti noir.
Il lavoro dura in totale 46 minuti e 46 secondi (anche in questo caso sarà forse casuale la ripetitività?) costituito da 9 tracce complessive:

CREST (Cresta) 5’26’’
La traccia che apre il lavoro inizia (e si conclude) con un loop di chitarra che utilizza solo poche note dove una tastiera accompagnata da un suono meccanico (simile a un treno) prelude l’ingresso di una batteria dove i piatti accompagnano l’ascoltatore in questo viaggio fatto di alti e bassi…

TRON 5’52’
Il titolo della seconda traccia prende il nome dall’omonimo film di fantascienza del 1982 Tron diretto da Steven Lisberger e prodotto dalla Disney.
Mi piace pensare che questo riferimento palesato dall’artista voglia essere una critica severa nei confronti di qualsiasi (non solo informatica) potente società, capace di rubare per poi spacciare come propri il lavori altrui… basterebbe solo questa mia supposizione per avere un’ ottimo motivo per ascoltare questa traccia, ma in realtà è il motivo minore perché solo ascoltandola ne troverete la giusta motivazione…

EMESIS (Vomito) 3’00’’
Qui la traccia, pur addolcita da specifiche sonorità, risulta avvicinarsi al genere noise che tenta d’inseguire una melodia che sembra irraggiungibile…

DARK FLOWER (Fiore Scuro) 5’35’’
Suoni e sensazioni che si miscelano per essere più o meno preponderanti per poi tornare ad accompagnarsi gli uni con gli altri, Avete presente il genere etnico, industriale e melodico messi insieme? Ebbene qui ne troviamo un chiaro esempio, bravo Bart perché queste sono le tracce che in un lavoro fanno la differenza…

PILLON 2’49’’
Cosa esattamente voglia dire pillon rimane un segreto dell’autore, quello che a noi c’è dato di sapere e di discutere è la qualità della traccia, che poi e il vero motivo per cui siamo qui… trovo che la sua semplicità renda la traccia molto comprensibile e fruibile forse per dare un po’ di respiro a chi per la prima volta si avvicina a questo genere nel quale poi può rimanervi incastrato… Aiuto tiratemi fuori…

YASMIN 5’33’’
Credevo fosse il nome della sua amata, e forse lo è, ma ho scoperto che è anche il nome della pillola del giorno dopo… visto in questa prospettiva la traccia assume tutto il suo atroce senso… questa a mio avviso è una delle migliori tracce di tutto il lavoro dove la musica senza la parola riesce comunque a parlare…

SEAHORSE (Cavalluccio Marino) 8’09’’
Questo farabutto di Bart ha messe in fila una dietro l’altra le sue tracce più belle… forse è il premio per i più pazienti e quindi per noi e non posso che condividerne la filosofia… coraggio, andate a prendervi il vostro premio…

TRANSIT (Transito) 6’19’’
Semplicemente efficace… semplicemente la svolta… semplicemente eccola… semplicemente commuovente… semplicemente gioiosa… semplicemente l’energia… semplicemente la forza… semplicemente fantastica… semplicemente la miglior traccia di tutto il lavoro… semplicemente TRANSIT…

SHELTER (Rifugio) 3’59’’
A volte si ha voglia di ricercare un nostro angolo o una dimensione che ci porti lontani dal mondo e dai nostri pensieri… vi consiglio di ricercare questo vostro momento con questa traccia…

Che altro dire se non ringraziare un artista di tale portata, perché senza il suo estro noi non esisteremo e senza la sua musica fruibile liberamente il mondo Creative Commons sarebbe deficitario di un altro talento, mentre la mia vita sarebbe povera di qualcosa che non sarei in grado di definire!


TRIGG – Beige

ANNO: 2011
AUTORE: Bart Knnole
ETICHETTA: Humanworkshop
DISTRIBUTORE: FMA
CONTATTO: Facebook



La copertina è rappresenta dal colore beige che ne sottende l’irrazionale lasciando piccole porzioni d’immagine di colore naturale da cui si deduce ineluttabilmente il razionale… questa garbata fusione è il biglietto da visita di TRIGG.


domenica 24 aprile 2011

ANCH'IO HO FATTO UN PODCAST

Se vuoi creare una trasmissione radiofonica e non hai mai avuto l'opportunità, noi di NartraradioRoma possiamo esaudire il tuo desiderio.
Se non sai come fare per reperire la musica da dover utilizzare PER IL TUO PRIMO LAVORO, noi ti consigliamo dei siti DOVE ATTINGERE LEGALMENTE.
Se vuoi creare un podcast e non hai mai saputo come fare, NartraradioRoma te lo spiega.
Per tanto chiunque abbia voglia di sperimentarsi come Wj segua le indicazioni e si ritroverà con un primo podcast pronto e pubblicato attraverso la nostra radio.
BUON LAVORO!!!!!!!! 
 
Breve storia
Per creare un podcast devi sapere che è un file (generalmente audio o video) in internet ed è messo a disposizione di chiunque si abboni ad una trasmissione periodica. È scaricabile automaticamente da un apposito programma, chiamato aggregatore, e si basa sui feed RSS. Nel dicembre 2005, il dizionario americano New Oxford ha dichiarato Podcasting «parola dell'anno», definendo il termine come «registrazione digitale di una trasmissione radiofonica o simili, resa disponibile su internet con lo scopo di permettere il download su riproduttori audio personali».
Esistono, ormai, diverse radio nel pianeta INTERNET, tutte con buone idee e con l'obbiettivo di lasciare un messaggio a chiunque le ascolti. NartraradioRoma ha una propria "mission", quella di promuovere artisti musicali che hanno utilizzato le licenze Creative Commons per tutelare le proprie opere. Pertanto, la prima cosa che devi fare se vuoi creare un podcast per la nostra web-radio, è quella di assicurarti che tutti gli artisti che utilizzerai utilizzino questa licenza.
DOVE REPERIRE LA MUSICA
La messa in onda dei nostri podcast prevede la diffusione di artisti che utilizzino alcune piattaforme su internet, alcuni siti, che permettono:
  • la pubblicazione delle opere per gli artisti,
  • la libera diffusione,
  • la possibilità di scaricare gratuitamente e legalmente.
Il sito più intuitivo e semplice nell'utilizzo è quello di Jamendo dove trovate migliaia di artisti da tutti i paesi del mondo.
Il più radicale è sicuramente DOGMAZIC forse è anche un po' più ostico nel utilizzo, ma resta sempre un ottimo sito.
Ottimi anche FMA (FreeMusicArchive) e MacIDOL
Hai l'imbarazzo della scelta, scarica gli artisti che ti piacciono, ora mettiti a lavoro.
QUALE PROGRAMMA UTILIZZARE
Quando hai deciso quali brani utilizzare per il tuo primo podcast ti serve il programma per essere un wj professionista, ne esistono diversi in giro, noi ti consigliamo un programma Opensorce ottimo nel risultato e facile nell'utilizzo si chiama Audacity e lo puoi scaricare da qui.
Una volta istallato potrai cominciare a costruire il tuo primo podcast, divertendoti ad utilizzare gli effetti sulla tua voce o tutto ciò che ti passa per la mente


Pochi consigli:
  1. ricordati sempre di citare la provenienza dell'opera;
  2. ricordati sempre di attribuire il brano all'artista;
  3. la trasmissione deve durare circa un'ora - non siamo poi così fiscali;
  4. ricordati di divertirti che sicuramente divertirai chi ti ascolta. 
Al termine del tuo lavoro esporta il file in mp3 (è sicuramente il file più leggero che puoi creare) ed inviacelo a questo indirizzo: nartraradio@live.it
Semplice NO!!! Ora potrai esprimere il tuo talento artistico nascosto e noi LO METTEREMO IN ONDA!!!!

mercoledì 6 aprile 2011

Mr . Marroccoli


Recensione 016: di Mr Renton

Carlo Marroccoli aka MR MARROCCOLI, ragazzo classe ’88 natio di Potenza, inizia a muovere i passi nella musica come un lento freddo, come se il polo nord stesse aspettando per effettuare la migliore delle glaciazioni, la musica elettronica è difficile da metabolizzare, appassionato come il sotto scritto, devi solo collocarla nel migliore movimento possibile quotidiano, facendo ovviamente attenzione, che qualche maledetto delle compagnie cybernautiche, non entri nel proprio sistema, antivirus? Programmazione? Campanelli? ma qual'è il problema, a me va bene anche il rumore meccanico del frullatore.

LLANFAIR: prima traccia presentata sulla schermata, è l’inizio tipico, diciamolo anche un po' “paraculo“, all’elettronica stessa, di durata ovviamente lunga, perché alla fine chi suona questa musica deve pensare pure a trasmettere la propria quotidiana, i movimenti “mattutini”, le sbroccate per la non fuoriuscita del caffè, il prendere l’autobus, il farsi faticosamente una doccia dopo che i bassi ti stanno addosso come i peggio paia di cheaps, il l’avere in testa sempre la donna che ami e sapere che, anche se non fa niente, ci sarà sempre il qualcosa che ti fa incazzare, sorry for this my little darlin, le risse mentali notturne, e tutto questo un rumore lo ha: boing, boing, boing.
MUSHROOM MODE: se si pensa di camminare in tubature come un file infetto pronto a rovinarti il cervello, sotto forma di hardware, per alla fine, darti, solamente il segnale di esserci, bhe, accendete il programma e preparatevi ad una lunga stesura infettiva, garze, betadine, cerotto, necrosi???.
BAKED BEANS: pronto?
Si?
Qui è Andy Warhol sotto forma di ologramma!
Ah, cavolo, non me lo aspettavo!
Bene, senta sa qualche cosa su l’arte moderna?
Penso proprio di si!
Ecco, cancelli tutto e si mangi un po di zuppa di fagioli, così tanto per ballare!
Va bene!
Ah! senta, vi ho già detto che sono Andy Warhol?.
CAVO COASSIALE: già dal nome, si capisce l’infatuazione per le prese e questa traccia - a mio personalissimo avviso - ti si lega attorno, senza spiegare se va bene stretta o larga o di rito recintuale, e mettiamole ogni tanto queste dita nella presa, al massimo qualche cellula dovrà fermarsi al primo bangla per una ceres.
GREEN WORKSHOP: prima che si arrivi a capire che il club è lontano (club?ahahahahah), che i soldi non ci sono, che i vestiti sono sporchi, il buio della stanza proietta la spia sul proprio corpo e pensi, mi stanno seguendo o devo seguire io gli agenti ? mour, torcia please.
YSOS: o voi che non capite un c@##x di elettronica potete impomatarvi e mettere la canotta, o voi che di elettronica ci capite, piccoli cowboys, lo sentite o no che queste è capace a suonare! coatti, studiatevi un attimino Square pusher, famiglia Case, il cd dei Kraftwerk è da rispolverare.
p.s.: Teknoverbano, altra traccia che si avvicina molto a questa, giusto un po’ più difficile da capire da quelli con le camicie a quadri e i finti rayban, cugini dei canottari. F.U.
JOHN TITOR MUST DIE: ma deve morire si o no John Titor? cronauta, inventore, cinefilo, maniaco di ritorno al futuro, ingegnere aerospaziale, cazzone o altro?altro che inno, ma volontaria trasformazione del time travel 00, a parole personali.

MR MARROCCOLI, a primo impatto può piacere come l’amaro che ti scende giù in gola quando le periferie di Roma sene stanno solo che aspettare, può darsi anche che dia malditesta, incazzatura o qualche cosa di non specificabile, a me sembra voglia di ballare, di vedere capelli biondi all’aria, amore, confessione e unica malata fantastica istruzione, bye bye stupidità. goodmorning love!

Genere: Elettronica / Minimalista / Techno

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venerdì 18 marzo 2011

RUNA RAIDO - Per ritrovare la quiete LP

Recensione 015: di Mr Gasperino


Cosa scrivere come premessa all'album che stiamo per descrivere? 
Quale aggettivo utilizzare per far intuire la bellezza di quest'opera? 
Va bene, oltre a elogiarli per l'album d'esordio come iniziare questa recensione?
Ci sono:  SPETTACOLARI!!!

Scrivo oggi dei Runa Raido, formazione romana che ha origine nel dicembre del 2006 e che nel 2011 presentano il loro primo Lp - PER RITROVARE LA QUIETE nove tracce che racchiudono tutto il lavoro del gruppo in questi anni. Un gruppo rock alternativo che esibisce un ottimo sound con la giusta capacità negli arrangiamenti, con le giuste melodie, con la giusta durezza che ben si unisce con chi suona musica Rock.
Già il primo brano ci pone di fronte ad un ottima esecuzione con un altrettanto ottimo testo [FAME]. Immediato già dal primo ascolto - che ci fa vivere un viaggio composto da note, parole ed emozioni. 
Per tutti quelli che vanno gridando che "la capacità di lanciare slogan all'interno di brani musicali non esiste più!" devono ricredersi all'ascolto della seconda traccia [ELETTROMANICHINI] dove emerge il tentativo della band d'unire diverse fotografie dando origine ad un unica grande immagine: la nostra società.
Ascoltandoli, si fa fatica (anche nel terzo brano) [UNO], a non seguire il ritmo e ci si ritrova, senza volerlo, a "ciondolare la testa a tempo". Il passaggio dal terzo al quarto brano risulta così naturale [SETA] come dei martelli, procedono senza nessuno ostacolo. Colpisce il testo, in un brano che può essere annoverato tra i migliori degli ultimi tempi. 
L'impressione che si ha nell'ascoltare questo album è di ascoltare un lavoro di una formazione veterana. La capacità che hanno i Runa Raido di trasformare un brano complesso [VIOLA VALZER] in una traccia di facile ascolto, è sconvolgente. Probabilmente l'utilizzo di frasi semplici in un contorno musicale complesso, aiuta nell'intento. 
Il sesto brano [NERO] è riflessivo e nel contempo intuitivo nell'espressione Rock che questa formazione ci regala,  attraverso concetti affatto banali. 
Continuando ad ascoltare traccia dopo traccia, senza annoiarsi - questo è il primo dato che deve essere sottolineato; la seconda considerazione è che in un periodo di crisi, sia economica che artistica, di fronte una band meritevole, confermato dalla traccia successiva [FESTINA LENTE], bisogna esaltare un buon lavoro come questo. Divoriamo brano dopo brano con irrefrenabile avidità [CAMBIO DI MODALITÀ] all'ascolto non si pu restare inermi, provate. [PROSPETTIVA NEVSKI] Anche se eseguito egreggiamente, sorgono una serie di domande: "Quale necessità vi è dietro all'incisione del brano cover di un maestro come Franco Battiato?", "Perché introdurre una cover e non un proprio brano?" Mi piace sia l'arrangiamento che come il pezzo suona, ma se proprio devo fare una critica è quella appena scritta.
  
        Runa Raido
   PER RITROVARE LA QUIETE LP
Marco Vallecoccia - chitarra, voce 
  Alessandro Vona - chitarra, cori 
       Letizia Gaetani - basso, cori
      Gianluigi Nocella -  batteria
               Febbraio 2011



lunedì 7 marzo 2011

SEVENTH DAY - Thank You For The Passion EP

Recensione 014: di Mr Renton

Gruppo formatosi  a Pisa nel lontano 1994, quando il grunge  era stato sposa di  gruppi come Alice In Chains Pearl Jam e nostra signoria dell’oscuro scrutare  dio nome ehm ehm  Nirvana,  cominciano a fare visita nei locali  nazionali  , portando  alle sedie zuppe  del vomito  dei pagani , alle bariste  vogliose  di nuovi blocchetti  dove appuntare lo stipendio di  gente comunemente normale, e grunge  sporco ma, da musicisti provati,  uno sporco di un fango fatto a costume, ovvero, l’interno consapevole di essere capaci a suonare e allo stesso identico modo  suonarlo come ci sente dentro, una dolce contraddizione delle persone che apposto dei globuli rossi  vivono e respirano molecole  spartitiane.
La formazione è composta da: 
Giacomo Bracaloni  (voce)
Sandro Langhigna (basso e chitarra )
Alessandro Campenni (chitarra)
Alessio S(k)catena (batteria)


L’album in uscita, prodotto dalla Domino dal nome “thank you for the passion” si spezza in dodici tracce, portandoci in un vuoto dove il dirsi amore o il dirsi ti odio resta tutto con lo stesso suono,  affermando che due sentimenti opposti possono vivere insieme anche se gridati o parlati .
In “new life “, prima traccia come nella sesta, “consentive”, un albero dell’impiccato ci si presenta come il migliore dei quiz, scatenando nell’immaginario sinaptico, una partita a colpi di parole nel nome degli Alice in chains, o almeno sembra che il venerdi prima abbiano bevuto con loro e finito la serata a suonare sotto la torre pendente .
Con “dry bread “ e “civilization”, si è organizzata una registrazione con i Pearl Jam  nella seconda, a camminare di notte con gli occhiali da sole in modo da proteggersi dai neon mattutini, mentre nella prima, la reincarnazione del mostrarsi anche solo con un asta da microfono, da, a tutte e due le traccie, un tono di bosco in cui gli alberi, trasformati in corde vocali, vibrano come il solo suono di voce possibile nell’atmosfera vegetale.
“Suicide me “ e “ I'm in pain “, spono inni alla gioia, ma non si parla di vivaldi, o di verdi, o di garibaldi ,  o di chi abbia scritto questa cosa, ma si parla di Seattle, di marciapiedi che anche durante il giorno e illuminati dal sole restano grigi, di piedi nudi su palchi italiani, e dio colpi di fucile da suicidio e dolore che placano il vivere quotidiano,  se avete capito, auto autografatevi incestiside, per chi non ha capito sentiteveli ogni tanto i nirvana, cxxxx.
Nelle tracce ”I’ve dream with you” e “ Without gravity”, Eddie Vedder  è sotto casa di vostra moglie , canta per lei  canta per lui, canta per tutto e per niente  fa ballare le macchine parcheggiate in abiti da festa di matrimonio e tenere caviglie spezzate dai suoni degli strumenti.
Per ultime ma non per ordine cronologico, ma soltanto per etichettatura troviamo: ”W”, “Seven heaven”, “Internal defeat” e “ She want your life”, tracce in cui, i Seventh Day si cimentano con la normalità quotidana, con il prezzo del cd, con la litigata con il produttore e con i jack che fanno da tramite tra il fuck you e il prenditi quello che e' nostro, ma comunque siamo noi che ti paghiamo la casa , e te lo prendi come diciamo noi .


I "Seventh Day sono la risposta finalmente che una Seattle italiana può esistere, con tutti i suoi casini, con tutte le sue litigate ed omicidi, con i suoi sorrisi e le sue pillole, con le sue birre e il suo silenzio, con i giovani che sono vecchi e con i vecchi che sono giovani ……e i bambini che fine hanno fatto??????? beH , se questo disco si ascoltasse da piccoli, ognuno di noi capirebbe cosa vuol dire realmente camminare, essere consapevoli della religione del dye young, essere consapevoli che l’amore esiste, e che i fiori li portini a Sanremo, noi vogliamo che le nostre donne ci uccidino poco alla volta, per riderne insieme e capire che il buongiorno non si vede dal mattino, si vede se hai lei in bocca, qualsiasi lei, perché sono le lei, le donne, le musiche, le incazzature, le depressioni  e le coincidenze a portare avanti il mondo, e la coincidenza di aver scoperto questo gruppo te la devi anche andare a cercare, bye bye and thank you for the passion